do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
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cano le radici di tante Istituzioni ecclesiastiche e civili, studiano la storia dei
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deve far toccare con mano che la nostra fede non è qualcosa del passato, che
essa può essere vissuta oggi e che vivendola troviamo realmente il nostro
bene. Cosı̀ i ragazzi e i giovani possono essere aiutati a liberarsi da pregiudizi
diffusi e possono rendersi conto che il modo di vivere cristiano è realizzabile e
ragionevole, anzi, di gran lunga il più ragionevole. L'intera comunità cristia-
na, nelle sue molteplici articolazioni e componenti, è chiamata in causa dal
grande compito di condurre le nuove generazioni all'incontro con Cristo: su
questo terreno, pertanto, deve esprimersi e manifestarsi con particolare evi-
denza la nostra comunione con il Signore e tra noi, la nostra disponibilità e
prontezza a lavorare insieme, a « fare rete », a realizzare con animo aperto e
sincero ogni utile sinergia, cominciando dal contributo prezioso di quelle
donne e di quegli uomini che hanno consacrato la propria vita all'adorazione
di Dio e all'intercessione per i fratelli.
È del tutto evidente, però, che nell'educazione e nella formazione alla fede
una missione propria e fondamentale ed una responsabilità primaria compe-
tono alla famiglia. I genitori infatti sono coloro attraverso i quali il bambino
che si affaccia alla vita fa la prima e decisiva esperienza dell'amore, di un
amore che in realtà non è soltanto umano ma è un riflesso dell'amore che Dio
ha per lui. Perciò tra la famiglia cristiana, piccola « Chiesa domestica »,11 e la
più grande famiglia della Chiesa deve svilupparsi la collaborazione più stret-
ta, anzitutto riguardo all'educazione dei figli. Tutto quello che è maturato nei
tre anni che la nostra pastorale diocesana ha dedicato specificamente alla
famiglia va dunque non solo messo a frutto ma incrementato ulteriormente.
Ad esempio, i tentativi di coinvolgere maggiormente i genitori e gli stessi
padrini e madrine prima e dopo il battesimo, per aiutarli a capire e ad attuare
la loro missione di educatori della fede, hanno già dato risultati apprezzabili e
meritano di essere continuati e di diventare patrimonio comune di ciascuna
parrocchia. Lo stesso vale per la partecipazione delle famiglie alla catechesi e
a tutto l'itinerario di iniziazione cristiana dei fanciulli e degli adolescenti.
Sono molte, certamente, le famiglie impreparate a un tale compito e non
mancano quelle che sembrano non interessate, se non contrarie, all'educazio-
ne cristiana dei propri figli: si fanno sentire qui anche le conseguenze della
crisi di tanti matrimoni. Raramente si incontrano però genitori del tutto
indifferenti riguardo alla formazione umana e morale dei figli, e quindi non
disponibili a farsi aiutare in un'opera educativa che essi avvertono come
11 Cf. Lumen gentium, 11.